Questo libro è una testimonianza e un'occasione di approfondimento, se pensiamo che la Cultura Fotografica e la forza delle immagini siano un momento di riflessione che può aiutare, se non a fermare, a porre l'attenzione sui conflitti che stanno devastando le varie parti del mondo e sui cambiamenti climatici che stanno sconvolgendo il nostro pianeta e il nostro avvenire.
Il World Press Photo è uno dei concorsi di fotogiornalismo più prestigiosi al mondo. Le foto vincitrici del concorso vengono esposte in tutto il mondo e vengono utilizzate per informare e sensibilizzare il pubblico su importanti questioni sociali. Nel 2023 il concorso ha ricevuto oltre 60.000 fotografie da 3.752 fotografi provenienti da 127 paesi. La giuria ha selezionato 24 vincitori, che raccontano innumerevoli storie di ogni tipo, di guerra, di cultura, d'identità, di migrazione, sia ricordi del passato perduto che scorci di futuri vicini e lontani.
Il concorso World Press Photo del 2023 coinvolge sei regioni in tutto il mondo: Africa, Asia, Europa, Nord e Centro America, Sud America, Sud-Est asiatico e Oceania. Le proposte vengono giudicate e premiate nelle regioni in cui si realizzano le fotografie e i reportage, piuttosto che in base alla nazionalità del fotografo. Ogni regione prevede quattro categorie basate sul formato: Foto singole, Reportage, Progetti a lungo termine e Open format. Queste categorie accolgono testimonianze visive che documentano determinati momenti di cronaca, eventi e conseguenze, nonché questioni o soluzioni sociali, politiche e ambientali.
Joumana El Zein Khouri, Direttrice esecutiva della World Press Photo Foundation dice che: “se dovessi riassumere il lavoro della giuria del 2023 in una parola, sarebbe “commovente”. Le lacrime versate dai membri della giuria, gli incubi che hanno avuto, i dibattiti che hanno condotto, il comportamento che hanno mantenuto e che hanno richiesto dai fotografi e soprattutto il rispetto che hanno mostrato verso ogni singola fotografia attraverso tutto il tempo che hanno impiegato a discuterle, dimostrano che c'è ancora speranza per l'umanità. Una speranza che stavo cominciando a perdere dopo aver convissuto con le migliaia di immagini negli ultimi tre mesi”.
La foto dell’anno che ha vinto il Wold Press Photo è del fotografo e giornalista ucraino Evgeniy Konstantinovich Maloletka. Questa foto è stata scelta per rappresentare l'assurdità e l'orrore della guerra. Secondo la motivazione della giuria, la foto di Maloletka è una rappresentazione accurata degli eventi dell'anno scorso e una prova dei crimini di guerra commessi contro i civili ucraini da parte delle forze russe, un vero e proprio attacco al futuro dell’Ucraina.
La foto raffigura Iryna Kalinina, una donna incinta gravemente ferita, che viene trasportata fuori dall'ospedale di Mariupol, dopo che è stato colpito dagli attacchi aerei russi il 9 marzo 2022. Il suo bambino, chiamato Miron (nome che in ucraino significa “pace”) è nato morto e mezz’ora dopo anche Kalinina è deceduta. La sua storia è stata citata dalla propaganda russa che ha diffuso voci infondate secondo cui Kalinina e altre donne ferite nell'attacco erano in realtà attrici.
Vincere il premio World Press Photo of the Year è significativo per diversi motivi:
Riconoscimento di eccellenza: questo è considerato uno dei premi più prestigiosi e ambìti nel fotogiornalismo. Porta alla ribalta internazionale immagini che non soltanto raccontano avvenimenti significativi dell'anno ma rappresentano anche questioni, situazioni o eventi di grande importanza giornalistica. Questo riconoscimento dà valore al lavoro del fotografo e porta l'attenzione globale sull'oggetto dell'immagine.
Influenza sulla società: il premio World Press Photo spesso porta ad una maggiore consapevolezza e discussione sui soggetti delle immagini vincitrici. Ciò può influenzare l'opinione pubblica verso cambiamenti politici e sociali e soprattutto verso una maggiore comprensione delle questioni globali. Da non sottovalutare la
ricompensa finanziaria: i vincitori ricevono un premio in denaro che può fornire un supporto significativo al fotografo, consentendogli di continuare il proprio lavoro. Infine il premio aiuta a
promuovere l'importanza del fotogiornalismo
e il suo ruolo nel trasmettere al pubblico le
realtà del mondo. Serve a ricordare il potere della narrazione visiva di informare, educare e ispirare con la massima obiettività, caratteristica del mezzo fotografico.
Una donna iraniana è seduta in una piazza trafficata di Teheran sfidando la legge sul hijab obbligatorio, il 27 dicembre 2022 pochi giorni dopo la morte di Masha “Jini” Amini, una donna curda di 22 anni, presa in custodia dalla polizia religiosa della Repubblica islamica per avere presumibilmente violato la legge sull'hijab obbligatorio. Le proteste di massa in Iran sono iniziate dopo l'arresto e la morte di Masha. “Stavo camminando attraverso Keshavarzi Boulevard – dice la donna ritratta nella foto - quando vidi una folla di uomini e donne, giovani e vecchi, che cantavano uno slogan che non avevo mai sentito prima: “donna, vita, libertà” mi fece aprire gli occhi, era davvero commovente".
Ahmad Halabisez (Iran, 1984) è un fotogiornalista freelance, un narratore
visivo che si concentra su questioni sociali, con progetti personali e documenti,
soprattutto sull'impatto dei conflitti in Medio Oriente.
Nonostante violenti attacchi contro i manifestanti, le proteste si sono diffuse rapidamente in tutte le regioni del paese, coinvolgendo tutte le fasce di età e le classi sociali per dimostrare la loro posizione al governo. Le donne in Iran sono uscite in pubblico senza indossare l’hijab, trasformando la vita quotidiana in un atto di disobbedienza civile.
Le foto di questo articolo sono state fatte durante la mostra organizzata da Photolux nel Palazzo Ducale di Lucca dal 25 novembre al 17 dicembre 2023