THOMAS J. PRICE in mostra al Museo Novecento di Firenze
Statue giganti e piccoli bronzetti
nell’opera indagatrice delle convenzioni sociali dell’artista londinese Thomas J. Price

Thomas J. Price attira la nostra attenzione sull’incarnazione psicologica dei suoi personaggi di fantasia, mettendo in risalto il valore intrinseco dell’individuo e sovvertendo le strutture gerarchiche, stimolando una riflessione sugli atteggiamenti preconcetti nei confronti del potere alla ricerca di una connessione umana più profonda.
Celebre per le sue sculture figurative di grandi dimensioni alloggiate in spazi pubblici e sale museali, in Piazza della Signoria possiamo ammirare, sempre che la massa turistica lo permetta, Time Unfolding una figura femminile in bronzo dorato alta quasi 4 metri.

Nelle opere collocate nelle sale di Palazzo Vecchio, l’artista ha utilizzato materiali scultorei tradizionali, come il bronzo e il marmo per creare personaggi immaginari che sembrano persone comuni.

Le opere, ispirate a fonti diverse, sono sviluppate attraverso un approccio ibrido tra scultura tradizionale e tecnologia digitale intuitiva. L’artista costringe lo spettatore a considerare come e perché le cose sono fatte, inserendo riferimenti alla scultura antica, classica e neoclassica insieme a una sofisticata comprensione del potere simbolico dei materiali e lascia aperti interrogativi, invitandoci a mettere in dubbio le nostre certezze ideologiche.

Nella Sala Leone X, ambiente di rappresentanza e simbolo del potere della famiglia Medici, di fronte agli affreschi di celebrazione di Giovanni de’ Medici, eletto papa nel 1513 con il nome di Leone X, Price colloca l’opera Through a Steady Gaze, in marmo verde Ming lucidato. Il volto anonimo e al contempo universale, si contrappone ai ritratti di uomini illustri del passato, cardinali e duchi, pittori e letterati.

Nella Sala delle Udienze, affrescata da Francesco Salviati e adibita alle riunioni e alle udienze della corte, sul Tavolo della Magistratura sono collocate cinque teste in bronzo realizzate da Thomas J. Price tra il 2006 e il 2021 e che invitano a riflettere sulla rappresentazione costantemente stereotipata delle persone di colore nella tradizione storico-artistica europea.

Nella Sala dei Gigli, il grande bronzo di una giovane donna con il cellulare in mano (A Place Beyond, 2023), dialoga con la celebre Giuditta e Oloferne di Donatello. Il capolavoro rinascimentale raffigura Giuditta con una postura eroica e al contempo perturbante, mentre solleva trionfante la testa di Oloferne, ucciso nel sonno e simbolo del male sconfitto.

Il bronzo di Price invece rappresenta una persona comune, in un atteggiamento che potrebbe essere quello di un visitatore, senza alcuna connotazione solenne o magniloquente, se non per la grandezza dell’opera. Nonostante sia noto per le sue opere figurative, l’approccio artistico di Thomas J. Price è supportato da un pensiero concettuale che riguarda il modo in cui lo spettatore si relaziona con le opere e con lo spazio in cui sono collocate.

La mostra prosegue nel chiostro rinascimentale del Museo Novecento, dove si trova A Kind of Confidence (2023), un bronzo raffigurante un giovane uomo, vestito con un abito elegante. I suoi piedi poggiano direttamente sul pavimento mentre il suo sguardo evoca una sensazione di concentrazione sospesa.

“L’attenzione riguarda principalmente le sue scarpe … Il completo gli sta bene. Ma lui non è così sicuro …” afferma Price. “Ho lavorato a lungo con l’idea che la vulnerabilità sia in realtà una forza. La domanda è: come [questo giovane uomo] abita lo spazio in cui si trova? Si sente inferiore agli altri? Sente di essere giudicato?”. La scultura in bronzo riflette l’indagine di Price nei confronti della rappresentazione e della stereotipizzazione storica delle persone di colore.

L'approccio artistico di Thomas J. Price si estende oltre una strategia di figurazione, sfruttando il potere narrativo della performance, del cinema, della fotografia, dell'animazione e della scultura astratta in modo costante per tutta la sua carriera.

L’artista afferma che le sue opere riguardano “persone immaginarie ritratte in momenti reali” e che con profonda empatia pongono l’attenzione sul valore intrinseco dell’individuo, inteso come struttura psicologica che suscita emozioni e riflessioni.