IL SEGNALIBRO DELL’ORSO Recensioni di narrativa e poesia, di autori noti e scrittori emergenti

Paolo Orsini • 13 gennaio 2024

TUTTO IL MONDO È PAESE

thriller gentile di ANDREA ZAVAGLI 

Siamo nel genere giallo, con tutti gli elementi classici, ma senza scene particolarmente violente o addirittura splatter, come siamo abituati nel noir di oggi. Ecco perché mi piace definire Tutto il mondo è paese di Andrea Zavagli un thriller gentile, più che altro per lo stile di scrittura garbato, privo di esagerazioni o forzature, a volte utilizzate da autori meno raffinati di Zavagli, per sostenere la trama o mantenere la suspence a livelli elevati. Per tenere il lettore inchiodato alla lettura l’autore, anche nel raccontare scene violente o nel descrivere particolari scabrosi, utilizza una ricercatezza verbale e un'eleganza stilistica particolarmente raffinata.

Soltanto qualche accenno alla trama, perché si tratta di un giallo classico, dove le tessere del puzzle, inizialmente tutte mescolate, vanno gradualmente al loro posto, attraverso le capacità deduttive dell’investigatore. La vicenda è ambientata in Palazzetto sul Rovere, un paese immaginario soltanto nel nome, perché si tratta di Palazzuolo sul Senio, situato alle pendici dell'Appennino Toscano, dove Andrea Zavagli ha trascorso buona parte del periodo di lockdown durante la pandemia. La quiete del paese viene interrotta dal ritrovamento del corpo di una ragazza nel parco giochi. Massimiliano Manfredi, un agente di polizia del commissariato di polizia insediato per errore in un paese così piccolo, e il suo fido agente Lazzerini, vengono chiamati ad indagare sulla morte della giovane.

L’ incipit è da citare perché serve per accendere un faro sulla vicenda: “Un leggero soffio d'aria nel collo la svegliò. Fin da quando era bambina, non apriva mai subito gli occhi. Cercava di ritardare il più possibile l'impatto con la realtà, per continuare a fantasticare sotto le coperte. Con fastidio si rese conto, però, di non riuscire a ritrovare il tepore del letto; anzi, avvertiva una sensazione di freddo. Non le sembrava di aver bevuto molto la sera prima, eppure sentiva la testa pesante e un sapore dolciastro in bocca. Per cambiare posizione e recuperare un po’ di calore, cercò di spingersi con le gambe, ma i piedi si erano intrecciati nelle lenzuola, e non riuscì nemmeno a girarsi su un fianco, solo a dondolarsi. La serata appena trascorsa doveva essere stata una di quelle che il giorno dopo lei definiva “complicata”. Si rese conto del perché aveva freddo: le lenzuola umide di sudore erano tutte intirizzite. Tentò di nuovo di spostarsi ma non riusciva a muovere nemmeno le braccia. Le sentì bloccate sotto il corpo, e per questo non ce la fece a voltarsi. Non riusciva a ricordare niente di particolare, ma si stava convincendo che la sera prima doveva essere stata davvero “molto complicata”.

Due persone sono state di grande importanza nella vita di Andrea Zavagli per spingerlo alla scrittura e la cui influenza si ritrova nelle sue opere. La prima è suo padre Bruno, figura ingombrante, con il quale Andrea non è mai voluto entrare in competizione ma di cui ha subìto tutto il fascino: uomo di grande spessore nel mondo della cultura, ha scritto numerosi libri per i tipi di Mursia, Sansoni, Bonechi; appassionato di scherma e di sport della montagna, ma soprattutto di auto d’epoca, ha fondato scuderie automobilistiche che hanno partecipato a numerose gare internazionali con prestigiosi risultati; fervente tifoso della Fiorentina, ha partecipato attivamente alla vita della squadra viola, come componente del Consiglio Direttivo durante la presidenza Befani che regalò alla Fiorentina il primo scudetto nel 1956. Uomo poliedrico e di grande spessore intellettuale, al punto che suo figlio Andrea ha deciso, una volta morto, per degnamente tramandare la sua memoria, di creare un sito per la conservazione della memoria storica delle svariate iniziative di Bruno Zavagli.

L’altra persona che è importante per capire la scrittura di Andrea Zavagli e la compagna Nicoletta Manetti, poetessa, scrittrice, pittrice, “artista a tutto tondo” come lui ama definirla, con una punta di rispettosa e ammirata ironia. Nicoletta lo ha sempre stimolato, fornendogli idee e spunti, opportunità per la partecipazione a concorsi letterari che poi si sono rivelati trampolini di lancio per opere più complesse e strutturate; standogli vicino quando è stato ricoverato in ospedale per molti mesi, situazione che per molti sarebbe stata debilitante, mentre Andrea ha utilizzato il lungo periodo di inattività dovuto alle cure, per sviluppare al meglio la propria produzione letteraria.

Infatti, l’idea di Tutto il mondo è paese è venuta proprio a seguito della pandemia. Precedentemente, esistevano tre racconti del 2019 nei quali era già presente il Commissario Manfredi; uno di questi arrivò in finale al concorso “Appuntamento in nero” organizzato da Trezzano Noir e così, durante l’isolamento dovuto all’emergenza sanitaria e in seguito alla lunga degenza ospedaliera, quel materiale fu ripreso e ristrutturato per essere trasformato nel primo romanzo giallo.

E non poteva che essere un romanzo di genere giallo: moltissimi libri degli autori classici più importanti, sia del secolo scorso che quelli attuali, sono presenti nella libreria paterna; le influenze vengono anche delle molte serie televisive di Maigret con Gino Cervi o di Nero Wolfe con Tino Buazzelli; infine, durante la permanenza forzata per la pandemia a Palazzuolo sul Senio, nella biblioteca del paese, Andrea ha trovato una ricchissima serie di gialli che ha letto tutti, da Maurizio De Giovanni a Fred Vargas, dagli autori scandinavi ad Agata Christie. 

Ma il giallo di Andrea Zavagli è un genere tutto suo, originale e particolare, ecco perché Tutto il mondo è paese ha partecipato con successo a numerosi premi letterari. In questo romanzo si utilizzano le architetture classiche della trama del giallo, ma si lascia libero sfogo alla fantasia per stravolgerle. Il risultato è uno scavo psicologico sulle personalità dei numerosi personaggi, tutti equivalenti da un punto di vista d’importanza. 

L’unico che emerge con una certa predominanza è il Commissario Manfredi. Infatti l’autore è già al lavoro per un sequel dove il Commissario sarà ancora alle prese con un’indagine complicata. Andrea Zavagli ha ereditato da suo padre Bruno l’eclettismo letterario. In passato ha scritto di tutto, dalle poesie, alle sceneggiature, dai racconti brevi, ai testi teatrali. In futuro, oltre alla nuova avventura del Commissario Manfredi, pare che verranno alla luce alcuni romanzi brevi, di cui non vorremmo perdere la possibilità della recensione in anteprima.

Le immagini sono relative alla presentazione del libro il 14-04-2023

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