SCHEGGE l’ultimo romanzo di Bret Easton Ellis, pubblicato da Einaudi

Paolo Orsini • giu 20, 2024

Nell'autunno del 1981, la vita di un gruppo di diciassettenni californiani che frequentano l'elitaria Buckley School viene sconvolta dall'arrivo di un ragazzo tanto affascinante quanto disturbato e perverso. Cosa nasconde Robert Mallory e qual è il suo legame con il serial killer che sta imperversando in città? In una Los Angeles sensuale e violenta, fatta di feste in piscina e musica new wave, vodka e cocaina, Bret Easton Ellis racconta la sua storia più personale, emozionante e oscura.

Un personaggio di nome Bret, sta pensando di scrivere un romanzo, mentre frequenta un liceo di ricchi bianchi nella West Coast. Omosessuale non ancora dichiarato, il suo amore oscilla tra Thom e Susan, divinità della bellezza e della sensualità della scuola. Frequenta una ragazza, Debbie, ma finisce per avere a che fare anche con il padre di lei, vive praticamente solo perché i genitori, nel tentativo di tenere insieme il loro matrimonio, viaggiano da una parte all'altra del mondo. 

La cosa migliore per capire il romanzo, che non ha una vera e propria trama, che non è neanche un romanzo ma un metaromanzo, è sentire cosa dice lo stesso Bret Easton Ellis quando un editore gli chiede su cosa sta scrivendo: «Non sapevo cosa rispondere perché a me non importava che cosa facessero i personaggi. Esistevano, e volevo solo trasmettere uno stato d'animo, immergere il lettore in un'atmosfera particolare creata da dettagli attentamente selezionati. Che cosa facevano i giovani? Quella domanda implicava che ci fosse una trama, una storia con un inizio, uno svolgimento e una fine. I giovani uscivano, ascoltavano musica, facevano sesso, andavano nei club, a volte si drogavano, partecipavano a feste in magioni con piscine e campi da tennis e sale di proiezione, andavano a zonzo per la città in auto di notte, i loro genitori erano assenti e i giovani andavano a fare shopping lungo Rodeo Drive, si dibattevano soli nel mondo, fissavano lampadari dopo essersi fatti di acido. Come potevo riassumere tutto questo in una trama?»

Bret, ovviamente, non è Bret Easton Ellis, anche se ha un fidanzato con lo stesso nome di quello di lui e ha scritto libri con gli stessi titoli. Bret, ovviamente, è Bret Easton Ellis, secondo quel particolare modo di scrivere di cui lui è il maestro indiscusso, forse addirittura l'inventore. Si tratta di un approccio narrativo derivato da uno stato psichico alterato da alcool, droghe e psicofarmaci, che mostra la realtà come una specie di flipper che si illumina ogni volta che ci sbatti contro. «Oggi è più difficile essere persone di buon senso, c'è la tendenza a vedere tutto bianco o nero, si zittiscono sfumature e contraddizioni. Ed è sempre peggio. Quello che conta è restare sé stessi»

«Scrivo perché ho una questione da risolvere, un amore non ricambiato, un problema con mio padre oppure l'io adulto che guarda indietro e vede quanto era incasinato il Bret sedicenne. E quando lo faccio, arriva il sollievo». Bret Easton Ellis

Bret Easton Ellis è il cantore degli anni Ottanta: cosa avevano di speciale? «La musica: era migliore. Ma soprattutto la libertà. Nessuno è mai stato più così libero. Noi potevamo offendere e sentirci offesi, non eravamo schiavi di un'ideologia. Oggi i ragazzi se dicono qualcosa di sconveniente vengono allontanati dalla scuola e il tasso di suicidi è schizzato: all'epoca non ho mai sentito di ragazzi medicalizzati per disturbi psichici e non c'erano sparatorie».

«L'importante è vivere, anche il dolore, l'imbarazzo, inciampare, imparare dagli errori per diventare più empatici» Bret Easton Ellis

La caratteristica di questo Bret personaggio che è l’autore è di essere l’unico personaggio che non ha la malattia dell’indifferenza, l’unico che vede un problema e si preoccupa di risolverlo. Non tutti i personaggi sono insensibili, hanno semmai una neutralità, una spiccata ispirazione estetica, tipiche della cultura minimalista della Los Angeles degli anni Ottanta, che poi non è altro che un modo per  proteggersi dalle emozioni forti. Alla fine del libro c’è un disclaimer dove la quintessenza dell’insensibilità si trasforma in oblio. “Afferamre che qualcuno di noi fosse stato politicamente impegnato avrebbe significato entrare nel territorio delle favole, eravamo adolescenti distratti dal sesso, dalla musica pop, dalle celebrità, dall’effimero e dalla nostra commovente neutralità”

Per Bret Easton Ellis lo scrittore deve essere un outsider, deve avere una prospettiva del mondo diversa, deve fuggire dai cliché. "Ho dovuto rileggere molti libri perché la mia idea di mondo non c'era,  così mi è venuta la voglia di scrivere per proporre il mio punto di vista. Quando si cominciano a vedere e sentire le cose che non ci sono, allora si comincia a scrivere". Il personaggio Bret è un individuo bellissimo, fortemente manipolatire, che entra in una società chiusa per scardinarla. Bret, che fa parte di questa società di uomini e donne perfetti fisicamente, esteticamente bellissimi, è l’unico che è imperfetto, è stato grasso, ha dovuto fare molta ginnastica per dimagrire, per acquistare quell’aspetto che gli altri hanno per dono genetico.

In un romanzo di 740 pagine non si può non menzionare (con onore) il lavoro del traduttore. Giuseppe Culicchia, abile nel ricreare un meraviglioso affresco della Los Angeles degli anni Ottanta con le innumerevoli questioni carsiche che lo compongono. Sentiamo cosa dice lo stesso Culicchia: “Tradurre le pagine di Ellis non è mai facile, perché la sua è una scrittura iperrealista: a dialoghi perfetti, in cui pare di sentire distintamente le voci di ogni singolo personaggio, si accompagna una descrizione di luoghi e ambienti così accurata da richiedere un notevole lavoro di ricerca, visto che la vicenda è ambientata nella Los Angeles dei primi anni Ottanta. Come già in American Psycho, anche in Le Schegge Ellis gioca magistralmente con le sfumature per costruire una storia fatta di apparenze e piena di ambiguità, e trovare le parole giuste per restituire determinate finezze ha comportato da parte mia diverse riscritture. Infine, tradurre certi passaggi - quelli dove andiamo a sbattere contro frasi che non hanno pietà né dei protagonisti né del lettore - ha richiesto lo sforzo di trovare un distacco maggiore. Non so come faccia lui a scriverli, anche se quando gliel'ho chiesto mi ha spiegato di basarsi sui rapporti dei medici legali incaricati di descrivere con la maggiore precisione possibile ciò che trovano dopo il passaggio di un serial killer. Ma so che di certe immagini non mi libererò mai”.

Le foto sono relative alla presentazione de Le schegge (Einaudi) avvenuta mercoledì 18 ottobre 2023 al Teatro della Pergola di Firenze. Bret Easton Ellis ha dialogato con Marcello Fois con la traduzione in italiano a cura di Simona Caldera. Incontro promosso da Fondazione CR Firenze e Associazione Wimbledon in collaborazione con la Fondazione Teatro della Toscana.


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