Martina si lascia prendere di nuovo dalla frenesia della vita di tutti i giorni alla ricerca di un equilibrio di felicità.
La protagonista del romanzo cerca la propria felicità attraverso la lettura, entrando così in una nuova dimensione. Non solo la lettura, ma anche l’arte sono gli elementi che permettono questo viaggio in altri mondi, dove il fine è la ricerca della felicità. La protagonista, ma in realtà è l’autore stesso, si adopra per indurre il lettore ad abbassare le difese personali e lasciarsi andare alla fantasia, potente antidoto contro ogni malessere che proviene dal trovarsi schiavi di un mondo che ci vuole criceti obbligati a far girare perennemente la ruota della produttività, per poi di nuovo cadere nella schiavitù del consumismo.
Di solito, nei romanzi si cercano gli spunti autobiografici dell’autore, ma in questo caso Cinzia Capuano invita a non cercare lei, bensì noi stessi, staccando la spina della razionalità e inserendo quella della fantasia e del sogno. Con questa postura onirica, l’autore ci assicura lo sviluppo nella direzione giusta del proprio spirito critico, meglio che con l’approccio razionale, al fine di portare avanti la ribellione al sistema che ci vuole schiavi senza catene.
La perenne lotta tra il bene e il male, oltre al tema del viaggio e a quello della ricerca della felicità, sono le tematiche affrontate in particolare nella prima parte del romanzo, impegni concettuali di un certo spessore, ma il romanzo non è di difficile lettura, tutt'altro la trama scorre bene e l’intreccio è interessante. Dal capitolo 17 si può far iniziare una seconda parte. Questa, a mio parere, è la parte più poetica, perché Cinzia Capuano può far liberamente sbocciare tutta la sua fantasia, fino a toccare vertici di alta narrativa, quasi appunto di poesia. In questa parte la trama diventa tipicamente fantasy, con portali magici che introducono Martina e gli altri personaggi in mondi dove tutto è possibile, popolati da esseri eterei e meravigliosi, ma anche malvagi e pericolosi.
Questo romanzo può considerarsi il sequel di Viaggio di ritorno che Cinzia Capuano ha scritto nel 2020, nel quale un treno viaggia nel nulla trascinando Martina fuori dalla sua esistenza quotidiana, trasformando la vita di una ragazza qualsiasi, con un ménage banale e ripetitivo, lavoro, amiche, fidanzato, in un viaggio interplanetario con molte incredibili avventure. Martina sta sognando o sta vivendo una realtà in un’altra dimensione? Martina e con lei il lettore sono di fronte a tanti interrogativi, le cui risposte arriveranno nel corso della narrazione. A detta della stessa autrice, si può leggere prima Equilibrio di felicità e poi l’antefatto, tanto i temi e ambientazioni cambiano e le storie s’intrecciano, anche se alcuni personaggi sono gli stessi nei due romanzi. Quello che permane e che caratterizza i due libri è il genere fantasy che riesce a coinvolgere il lettore, trasportandolo nella dimensione magica, grazie soprattutto a una cifra stilistica fresca e asciutta; le frasi brevi, essenziali, prive di inutili fronzoli, danno alla storia un ritmo frenetico, incalzante, che lascia il lettore incatenato alla lettura pagina dopo pagina, anche per l’ingresso in scena di molti nuovi personaggi e frequenti colpi di scena, ingredienti fondamentali per il fantasy di razza buona.
Equilibrio di felicità di Cinzia Capuano non è soltanto un fantasy, come ho detto, è un romanzo che ha un grande merito: svegliare il lettore dal suo torpore e portarlo per mano in un mondo dove potrà aprire gli occhi e riflettere sulla sua esistenza e sul mondo che lo circonda.
Il tutto senza impegno e fatica, ma con la leggerezza del sogno.