IL SEGNALIBRO DELL'ORSO Recensioni di narrativa e poesia, di autori noti e scrittori emergenti

Paolo Orsini • 3 marzo 2023

COME LA SABBIA DEL DESERTO

romanzo di Vincenzo Sacco,

presentato da Chiara Novelli

alla Maglieria di Daisy di Firenze

Giovedì 2 marzo 2023 alla Maglieria di Daisy, negozio di abbigliamento femminile in Via Domenico Cirillo a Firenze, Chiara Novelli ha presentato Come la sabbia del deserto, di Vincenzo Sacco, scrittore sia di racconti che di romanzi, come questo che è il suo primo romanzo, pubblicato da Porto Seguro qualche anno fa e che ha ottenuto il secondo premio al Concorso Letterario “La città di Murex” nel 2016, oggi ripubblicato dalla Casa Editrice A.L.A. di Livorno.

Vincenzo Sacco è nato a Napoli, ha lavorato presso un Ente Pubblico di Ricerca di Firenze come ingegnere, e da una decina d’anni si è dedicato a tempo pieno a quella che probabilmente è la sua passione di sempre, la scrittura. Ha frequentato alcuni corsi di scrittura creativa per affinare la tecnica, ma il talento c’era già, quello non s’insegna, ce l’hai nel sangue come dono oppure non ce l’hai; Vincenzo ce l’ha e lo ha dimostrato subito, ottenendo riconoscimenti e premi partecipando con i suoi racconti a numerosi concorsi letterari.

Gli altri romanzi sono: L’uguaglianza delle ossa (A.L.A. Libri), opera dove compare come protagonista il Commissario Francesco Filangieri, che ha ottenuto nel 2018 il secondo premio al Concorso Letterario “Città di Ladispoli” per la sezione “Gialli”. L’altro giallo, pubblicato nel 2020 sempre con A.L.A. Libri, è Ballata di morte nel Devon. Vincenzo è molto attivo anche nei social e nelle associazioni. Tra le varie attività e i numerosi incarichi ricordiamo: presidente del Gruppo Scrittori Firenze, che si occupa di formazione e assistenza per gli scrittori; socio-presidente della Casa Editrice A.L.A. di Livorno; coordinatore del Premio letterario “La Città sul Ponte”.

Sfogliando le prime pagine o leggendo la sinossi di Come la sabbia del deserto si potrebbe pensare che l’autore sia un archeologo oppure uno storiografo, ma Vincenzo non è né l’uno né l’altro, è semplicemente un ingegnere che si è imbattuto per caso in una scoperta archeologica che secondo lui, avrebbe dovuto essere di grande importanza e notevole risonanza, e invece, misteriosamente, per molto tempo, è passata sotto silenzio. Vincenzo Sacco non dimentica di essere uno scrittore di gialli e quindi ama indagare, si è appassionato a questa storia e ha voluto scrivere il romanzo per rispondere ad alcune domande, a fare luce – come dice lui – su alcune stranezze.

L’antefatto è la scoperta di una tomba che appare inviolata da millenni, scavata nella roccia nella Valle del Cedron, detta anche Valle di Josafat, nel versante est della Città Santa di Gerusalemme per merito di due grandi studiosi dell’archeologia ebrea, Eleazar Lipa Sukenik e il suo assistente Nahman Avigad, che riportano alla luce e catalogano con minuzia di particolari undici antichi ossari e poche suppellettili di scarso valore.

La prima domanda che si fa Vincenzo Sacco è perché la scoperta e il resoconto dei ritrovamenti viene pubblicato in una rivista scientifica del settore da Avigad – Sukenik era morto nel 1953 - soltanto nel 1961, più di vent’anni dopo il ritrovamento? La seconda domanda è perché, nonostante la tomba fosse inviolata e contenesse undici ossari, nell’articolo di Avigad non si parla di ritrovamento di resti umani? Oggi sappiamo che due ossari riportano l’iscrizione in greco “Simone il Cireneo, padre di Alessandro e Rufo” Chi sia Simone ce lo dicono gli evangelisti Matteo e Luca, che lo indicano come colui che aiutò Gesù a portare la croce fino al luogo della Crocifissione.

Vincenzo Sacco si chiede perché i due studiosi abbiano atteso così tanto tempo prima di pubblicare quella che poteva essere una sensazionale scoperta e poi hanno omesso di menzionare il ritrovamento degli ossari. Il libro va avanti proprio come un romanzo giallo, nel tentativo di risolvere il mistero, con lo stile appassionate e carico di suspence che contraddistingue l’autore, già provetto scrittore di romanzi gialli, solo che qui, muovendoci nel mondo della storia e non della fantasia, non è facile trovare la soluzione del mistero, dato che anche gli studiosi ancora non lo hanno trovato. E qui, nasce un ulteriore stranezza: perché soltanto pochi archeologi hanno indagato su questa tomba del Cireneo Simone, l'ultimo dei quali, uno studioso americano, all’inizio degli anni duemila, ha dichiarato che ormai non si possono più fare indagini perché sopra la tomba ci hanno costruito un lussuoso condominio.

Dopo aver ascoltato alcuni brani letti da Chiara Novelli che è riuscita a trasmettere ai presenti una grande emozione, concludiamo con le parole di Vincenzo Sacco: “Per tutte le altre domande, quelle cioè sulla effettiva attribuzione della tomba al Cireneo Simone, mi rimetto alla Storia, quella con la S maiuscola, e alle piccole storie di uomini, come quelle che ho voluto raccontare nel mio romanzo: la storia di una famiglia vissuta nel primo secolo, quella di due studiosi ebrei contemporanei e, infine, quella di una tomba scoperta nel 1941. Una cosa, per certo, ho imparato dallo studio di questa vicenda: gli archeologi di tutto il mondo, come ho scritto nella dedica, hanno un compito arduo, tanto importante quanto difficile da assolvere: raccontare il nostro passato con lo scopo di capire il presente e immaginare il futuro”.

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