Lascia che la vita accada,
mostri la sua vera energia,
ci divori come una tigre maculata
stupisca come un’alba!
(poesia Tigre di Donatella Cheri)
Nella splendida cornice del Giardino delle rose, a Firenze, tra un panorama mozzafiato e le suggestive opere di Folon, Donatella Cheri ha presentato la scorsa settimana la sua silloge poetica Pappagallini brillanti. Alcune poesie di Donatella sono state lette dal poeta Massimiliano Bardotti, interpretate con i gesti danzanti di Sylvia Zanotto e accompagnate dal flauto della stessa Donatella, per completare scenograficamente un suggestivo pomeriggio di tardo sole autunnale.
"Il titolo della raccolta di Donatella Cheri si ricollega alla sua poetica: una leggerezza di fondo che permette di affrontare i problemi con una certa serenità. Questo non significa dimenticare la serietà di situazioni e drammi esistenziali, ma reagire consapevolmente di fronte alle difficoltà, quasi, a passo di danza. In molte liriche vengono introdotte metafore ricche di un’armonia che suscita delicate emozioni" (dalla prefazione di Alessandro Quasimodo).
In effetti, le poesie delle tre sezioni in cui è suddivisa la raccolta – Riflessioni riflesse, Mestieri, Giochi di bambina – arrivano alla mente del lettore con la soavità del suono del flauto, di cui Donatella è abile musicista, creando movimento e ritmo, quando utilizza versi brevi e diretti, influenzata dal grande maestro Ungaretti, oppure stimolano la riflessione e l’incanto, quando si addentra in tematiche più complesse che richiedono il più ampio susseguirsi delle strofe.
Questo è il secondo libro di Donatella, dopo Ladro di peperoni del 2019, che nasceva, come dice l’autrice, dal primo endecasillabo da lei ascoltato ancora bambina, scritto dal padre, che aveva reagito con una poesia alla tensione emotiva dopo aver subito un furto.
In tutte le liriche prevale un puro e genuino sentimento, che Donatella sa evocare molto bene, riflesso di un vissuto gioioso e sereno, frutto di una calma interiore che le permette anche, non solo, di dominare le passioni quando occorre disincanto, per avere uno sguardo indagatore, lucido e consapevole. Questa dualità di ragione e sentimento, fa della poesia di Donatella un insieme completo ed esauriente di sguardi sia sul mondo, con le sue tragedie e i suoi slanci amorosi, oppure di riflessioni su se stessa, sul proprio mondo interiore popolato di fantasmi, ma anche di squarci luminosi.
La cifra stilistica che predomina nei due sguardi, quello verso il mondo esterno, indagato anche attraverso l’osservazione di usi e costumi di popoli lontani, e quello verso il proprio mondo interiore, è quello della serenità, della compostezza, dell’attesa misurata, della leggerezza, che emerge sempre, anche nei passi più difficili e drammatici.
La poesia diventa così, armonia musicale, messaggio leggero, soave, da trasmettere agli altri e per gli altri, quasi una missione per Donatella, una rivelazione sbocciata improvvisamente qualche anno fa, “una secchiata d’amore, in un giorno di vacanza di qualche anno fa” come racconta Donatella.
Ed è proprio questa “secchiata d’amore” che ti arriva addosso leggendo le sue poesie, ma non infradicia, anzi stimola e risveglia in noi pensieri e riflessioni, per permetterci di affrontare, con più slancio e consapevolezza, le complesse problematiche del mondo di oggi.