IL SEGNALIBRO DELL’ORSO Recensioni di narrativa e poesia, di autori noti e scrittori emergenti

Paolo Orsini • 13 maggio 2024

David Herbert Lawrence e Frieda a Firenze per la stesura del "romanzo più indecente che sia mai stato scritto"

Nicoletta Manetti nell'introduzione della sua biografia romanzata D.H. Lawrence e Frieda a Firenze fa capire con quale spirito si impegna in questi suoi sforzi di ricostruzione storico-letteraria: “Già nello scrivere Ania e Dostoevskij a Firenze mi ero stupita di quanto poco o niente si sapesse della loro lunga presenza in città, impressione che ho provato di nuovo nel fare ricerche per questo mio secondo piccolo libro sugli illustri letterati stranieri vissuti o transitati a Firenze tra fine Ottocento e primi Novecento”.

L’editore Angelo Pontecorboli di Firenze ha ideato una collana con formula editoriale gradevole, leggera, ma allo stesso tempo ricca di documentazioni e riferimenti storici e letterari. In questa collana Nicoletta Manetti, sensibile e attratta dalla moltitudine di artisti e letterati di grande fama che hanno transitato e soggiornato a Firenze lasciando un po’ del loro genio o traendo spunti e atmosfere per realizzare i loro capolavori, ci aveva già deliziato con il suo precedente Anja e Dostoevskij a Firenze.

Con una straordinaria ricchezza della struttura narrativa e una rigorosa metodologia di ricerca, Nicoletta Manetti dedica un libro a un intellettuale “difficile” (ma lo era anche Dostoevskij) perché turbato continuamente, non soltanto dalla salute, ma anche da una perenne inquietudine, la voglia incessante di fuggire, di migrare da un posto all’altro per il desiderio di scovare sempre luoghi nuovi per poi cadere nella nostalgia per quelli abbandonati.

Altro elemento complicato da analizzare è la relazione di Lawrence con “l’ape regina” come lui chiamava Frieda, un rapporto amoroso tormentato, ma di grande attrazione, centrale e determinante per la vita soprattutto di Lawrence che ha fatto di Frieda la sua musa ispiratrice per molte opere.

Queste donne che vivevano a fianco di questi geni si sentivano un po’ adombrate, soprattutto per le loro velleità letterarie; le opere che raggiunsero una certa notorietà furono soltanto le biografie dei loro mariti: Anja scriverà “Dostoevskij mio marito”, e Frieda "Non io ma il vento. La mia vita con D.H.Lawrence". Lune che risplendono del sole dei loro mariti famosi. Per questo perdoneranno tutto ai loro uomini, Anja il vizio del gioco e Frieda i continui tradimenti. L’originalità della ricerca appassionata ed entusiastica di Nicoletta Manetti sta proprio in questo punto di vista femminile, un’angolazione nuova, lo studio dell’influenza femminile determinante per la vita privata, ma anche per quella artistico-letteraria di questi grandi scrittori.

Di cosa parla il libro di Nicoletta Manetti? Di come nel marzo del 1912 Frieda von Richthofen ha conosciuto David Herbert Lawrence a Nottingham in Inghilterra; di quando la coppia viene in Italia per la prima volta a Riva del Garda dove Lawrence scrive Figlie e amanti; di quando il 13 luglio del 1913 a Londra Frieda e David conoscono la coppia Katherine Mansfield e Middleton Murry e della grande influenza che esercitarono su di essi.

Con le approfondite analisi dei comportamenti relazionali e con lo stile incalzante e romanzato che caratterizza tutte le sue biografie, Nicoletta Manetti ci parla del ritorno di Lawrence in Italia nel 1914 a Fiascherino in Liguria dove termina Crepuscolo in Italia e inizia la stesura de L’arcobaleno. Poi tornerà in Inghilterra con Frieda per sposarsi (Frieda aveva ottenuto da poco il divorzio) nell’ufficio dello stato civile del municipio di Kensington. Mentre i novelli sposi sono in viaggio di nozze nel Lake District scoppia la guerra. Rimarranno in Inghilterra fino alla fine del conflitto.

La prima volta a Firenze per la coppia David e Frieda sarà dal 19 novembre al 9 dicembre 1919. Soggiorneranno alla pensione Balestri in Piazza Mentana e passeggiando per il centro di Firenze Lawrence avrà molti spunti per la stesura de La verga di Aronne. A causa del maltempo, piove continuamente e fa molto freddo, e della cattiva salute di Lawrence, i due decidono di lasciare Firenze e di andare verso sud. Toccano Roma, ma non si fermeranno. Un viaggio avventuroso, con diversi contrattempi - che Nicoletta Manetti racconta con la suspense del thriller di buona fattura - li porterà in vari borghi dell’appennino fino alla Sicilia, a Taormina dove si fermeranno per qualche tempo. Si assenteranno nel settembre del 1920: Frieda farà ritorno in Germania per far visita alla madre, mentre David verrà da solo a Firenze dove sarà ospite dell’amica Rosalind Baynes alla Villa Canovaia di Camerata, vicino a San Domenico di Fiesole.  David avrà una breve relazione con Rosalind e nel giardino della villa scriverà le poesie che poi formeranno la raccolta Birds, beasts and flowers: Testuggini e molte altre liriche, tra cui La pesca riportata integralmente nel libro. 

Nel gennaio del 1921 faranno tappa in Sardegna ma la permanenza nell’isola sarà breve. A fine agosto del 1921 David sarà di nuovo a Firenze, da solo perché Frieda è dalla madre che non sta bene di salute. Dove soggiornerà Lawrence non sarà facile scoprirlo ma dice Nicoletta Manetti che “questo della ricerca è un gioco che mi appassiona sempre di più”; riuscirà a scoprire anche la terrazza sul tetto dell'appartamento dove Lawrence risiedeva, con una vista stupenda sull’Arno fino alle montagne Apuane. L’incontro con il volo crepuscolare dei pipistrelli su questa terrazza lo ispirerà per una poesia nella raccolta Birds, beats and flowers: Bat

Lawrence è passato da Firenze, a volte per pochi giorni, altri per molti mesi, ben otto volte e tenere le fila di questo peregrinare non è stato gioco facile per Nicoletta Manetti. Lawrence era alla ricerca di un luogo ancestrale dove curare la sua inquietudine attraverso l’immersione totale nella natura incontaminata dal progresso dell’era moderna. Ha provato prima in Sicilia, poi in Sardegna, ma la Toscana è stata la terra a lui più congeniale. Non soltanto le vestigia etrusche che lo affascinavano, ma anche la campagna toscana curata da contadini che l’hanno preservata dallo sfruttamento meglio che in altre regioni italiane. 

Dal 1922 al 1925 i Lawrence affronteranno un periodo di grandi viaggi che l’autrice indaga con un occhio sempre attento alle influenze che la vita privata della coppia ha sull’opera letteraria del poeta e del romanziere. Dal 1925 fino al 1928 faranno ritorno in Italia; prima alloggeranno a Villa Bernarda a Spotorno in Liguria e poi a Villa Mirenda a Firenze. La vita dei coniugi si fa sempre più burrascosa e piccante, con continui tradimenti. Qui la narrazione di Nicoletta Manetti si fa pettegolezzo, con suo immenso divertimento che riesce a trasmettere anche al lettore. La vita personale di Lawrence, già durante il soggiorno a Spotorno e poi a Villa Mirenda alle porte di Firenze, si fa tormentata, per i problemi di salute, ma anche piccante e licenziosa, per i tradimenti e le avventure dei due coniugi, al punto che Lawrence scriverà L’amante di Lady Chatterley un libro che non soltanto ha provocato un enorme scandalo all’epoca ma che è stato fino ai giorni nostri uno dei romanzi più imitati dalla letteratura erotica e pornografica. 

I capitoli finali del libro sono dedicati a questo romanzo e alla vita privata che lo ha ispirato. Firenze, in questo periodo a cavallo tra la metà dell’Ottocento e i primi del Novecento, è considerata una città culla della cultura europea e di aperture mentali all’avanguardia, per quanto riguarda in particolare la libertà sessuale. I letterati e gli artisti che provenivano dai paesi europei puritani restavano affascinati da questa città, ufficialmente molto rigida nei costumi, ma nel privato delle grandi ville la vita prendeva direzioni opposte, di liberalità sincera e mai volgare, raffinata e colta.

Tutto ciò Nicoletta Manetti è riuscita a riportarlo nel suo libro, come gli altri non troppo corposo, per una lettura facile e scorrevole. L’autrice non è una saggista, quindi ci risparmia l’erudizione (che spesso deborda in gran quantità di note a piè pagina o bibliografie sterminate) tipica di certi tronfi autori di saggi. All’opposto, Nicoletta Manetti è, come abbiamo detto, un’appassionata di letteratura, di arte, una scrittrice di narrativa e di poesia; quindi, predilige un testo attraente e appassionante, ma pur ricco di informazioni, di documenti, di lettere scovate negli archivi, in particolare il Gabinetto Vieusseux di Firenze, una miniera inesauribile e vastissima di spunti e dati storici. 

Quello che riesce l’autrice a trasmettere leggendo questo bellissimo D.H. Lawrence e Frieda a Firenze, è il suo stupore per le tante scoperte che costellano il suo precorso di ricerca. Meraviglia accompagnata dalla indubbia capacità di analisi letteraria e filologica per riconoscere i passaggi significativi e importanti che fanno da collegamento tra la biografia e le opere di David Herbert Lawrence nel lungo, anche intermittente, periodo fiorentino.

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