Lo scorso weekend si è concluso alla Leopolda di Firenze TESTO, una fiera del libro a ingresso gratuito. Questa formula ha assicurato il successo di pubblico, oltre 8.000 visitatori nei tre giorni di apertura dal 25 al 27 febbraio 2022, dalle ore 11.00 alle ore 20.00, ma ha anche messo in risalto i limiti di capienza della Leopolda per eventi di massa come questo.
Ben venga la formula dell'ingresso libero, non è scontato, a quante fiere siete entrati senza pagare?
Così ti resta in tasca qualche euro in più da spendere in libri. Però poi dobbiamo fare i conti con alcune inevitabili disfunzioni. Infatti, tutti gli eventi sono andati sold-out poco dopo l’inizio delle prenotazioni obbligatorie nei giorni precedenti. Lunghe code si sono formate all’ingresso delle sale, pochi i fortunati che sono potuti entrare al posto di chi ha rinunciato. E per fortuna non c’erano scrittori molto famosi, altrimenti chissà la ressa.
Oltre 150 sono stati gli eventi, tra presentazioni, laboratori, incontri e percorsi guidati. Una delle cose più interessanti sono stati alcuni laboratori, condotti da docenti di prim’ordine, di scuole di scrittura creativa al top in Italia. I pochi fortunatissimi che hanno potuto partecipare hanno sicuramente vinto un terno al lotto: poter usufruire di lezioni gratuite di scuole e docenti così famosi, è cosa rara e sappiamo quanto costano i corsi. Molto vivi e interessanti tutti gli altri eventi, di ogni tipo e per ogni esigenza, qui l’organizzazione ha lavorato ottimamente.
Bella l’immagine coordinata, l’arancione e il nero del carattere, lo rende immediatamente riconoscibile.
Una cosa che mi ha colpito positivamente è stata che la stragrande maggioranza dei presenti erano giovani molto interessati, sia agli eventi che alle offerte delle case editrici. A conferma che il giovane italiano non resta inchiodato davanti alla televisione, o peggio legge soltanto rotocalchi o riviste scandalistiche, come fanno le generazioni precedenti.
Più di 70 case editrici che hanno esposto i loro cataloghi al completo, per lo più le grandi, Mondadori, Adelphi, Giunti, Einaudi, Bompiani, Sellerio, Laterza, Minimum Fax; poi una serie di medio piccole, molte delle quali, se si va ad indagare, fanno parte dei grossi gruppi editoriali. Spicca per assenza la Feltrinelli, altro gruppo big, forse per non urtare la suscettibilità di altri saloni del libro di più vasta risonanza. Personalmente, piuttosto che delle grandi case editrici, avrei appezzato di più la presenza dei librai, per il rapporto che hanno verso il loro pubblico. Una hostess che deve fare la spola da uno stand all'altro del gruppo non può certo avere quella preparazione e dedizione che un libraio, pur nella confusione della fiera, avrebbe avuto con il cliente, nel consigliarlo e guidarlo nella scelta del libro.
L’augurio per la prossima edizione è che la perfetta organizzazione degli abilissimi manager di Pitti Immagine, sia messa a disposizione anche di una certa piccola editoria, uno sterminato mondo che tutto insieme ha gli stessi numeri del grande giro editoriale. Una parte di eventi andrebbero indirizzati verso la possibilità di concedere visibilità anche ad autori che non possono permettersi uffici stampa potentissimi o agenti letterari di fama internazionale.
Insomma, un po’ di spazio anche ai piccoli e sconosciuti, per farli diventare grandi e famosi, ma per fare questo occorrono spazi molto più grandi, quindi perché non passare alla Fortezza da Basso il prossimo anno?