Martedì 29 marzo alle ore 17.30, nel prestigioso salone del Circolo degli artisti “Casa di Dante”, presso la Società delle Belle Arti a Firenze, è stato presentato il libro I Medici a modo mio di Renato Campinoti, edito dalla Casa Editrice ALA di Livorno, con la presenza di Cristina Gatti, presidente del Gruppo Scrittori Firenze, l'introduzione di Cecilia Nubiè, le letture di Maila Meini e l'intervento di Franco Margari, presidente della “Casa di Dante”.
Nella prefazione a I Medici a modo mio, Renato Campinoti si chiede per quale motivo scrivere un altro libro su questa famosissima famiglia fiorentina, quando la produzione saggistica e letteraria, cinematografica e televisiva, è sterminata? Innanzitutto, perché ogni storico (Renato si è laureato in Storia Contemporanea a Firenze nel 1972) subisce il fascino particolare di questa casata che ha dominato per secoli la vita fiorentina; in secondo luogo, perché Renato ama scrivere fiction di genere poliziesco (Non mollare, Caterina, il suo romanzo precedente, nel quale la poliziotta Caterina indaga tra gli sguardi ammirati, per la sua bellezza, di colleghi e criminali) e i Medici hanno fornito, nel corso dei secoli, materiale inesauribile e molto intrigante per assassinii irrisolti e intricati misteri.
La peculiarità di questa raccolta di racconti è di essere un'appassionante miscela di fiction e storia basata su documenti, che si legge tutto d'un fiato, come un vero e proprio thriller. L'autore si pone alcune domande:
1) Chi è stato il vero capostipite della Famiglia de' Medici?
2) Perché il Masaccio è morto a meno di trent'anni?
3) Perché il medico di Lorenzo è stato trovato annegato in fondo a un pozzo?
4) Perché Lorenzino de' Medici uccise il cugino Duca Alessandro?
5) Cosa c'è di misterioso nella morte di Francesco I e di Bianca Cappello?
6)Cosa aveva scoperto Artemisia per interrompere il suo soggiorno a Firenze e tornare precipitosamente a Roma?
7) Chi era davvero Gian Gastone e cosa ha fatto di particolare l'Elettrice Palatina?
Per risolvere questi misteri, Renato Campinoti si serve di alcuni investigatori particolari, personaggi realmente vissuti come Benedetto Varchi e altri improvvisati detective, che tentano di risolvere - qui prevale nell'autore la vena della fiction poliziesca - indagini ipotetiche e fantastiche. Alcune, secondo Renato, sono state risolte brillantemente, altre invece restano tuttora immerse nel mistero: la storiografia, per mezzo di altre documentazioni, ancora non rinvenute o studiate, potrà porvi rimedio e trovare la soluzione. Una cosa è però sicura: questi racconti tengono il lettore inchiodato alle pagine del libro per il desiderio di arrivare in fondo, nel piacere di una lettura particolare e originale, soprattutto per il continuo mescolarsi di storia e finzione, di suspence e di riflessione, un metodo che il narratore e lo storico insieme, Renato Campinoti, ha utilizzato per ribadire il suo amore verso la propria città Firenze e il fascino attrattivo che la grande casata de' Medici esercita da sempre sui fiorentini.