Negli anni dell'infanzia e dell'adolescenza, il protagonista - trasferitosi a Firenze con la famiglia - trascorre le vacanze estive nel paese natio a casa della nonna. Qui nascono i primi amori, le amicizie, i giochi. Il suo più caro amico gli insegna a tuffarsi e questa passione si trasforma in una sfida infinita tra i due. Quando il padre si ammala di tumore, la famiglia impone al nostro, allora quindicenne, di trasferirsi per un anno in Sicilia, allo scopo di partecipare come figurante alla processione del Santo Patrono e chiedere la grazia per il papà. Lui è contrariato, giudica questa scelta un retaggio di antiche superstizioni, ignorando che la famiglia vuole proteggerlo da un orribile fatto di cronaca nera che ha rimosso. Diventato uomo, quel fatto, tornato a galla, continuerà a sconvolgergli la vita.
Perché storia appassionante? Perché ci sono colpi di scena, proprio come in un romanzo giallo, ma non è un thriller, è una storia di amicizia, come quelle che gli adolescenti una volta facevano soltanto in estate. Siamo negli anni “80 quindi non era facile tenersi in contatto, magari non ci si rivedeva fino all’anno successivo; è una storia di una appassionante sfida tra due ragazzi che vogliono tuffarsi da punti sempre più alti e pericolosi.
"Fabio mi spronava sempre a tentare di più, a provare un tuffo sempre più alto: nuovi rischi, nuove sfide che attraversavano le nostre estati. Ormai sembrava una cosa da bambini buttarci dallo Scogliaccio con i suoi tre metri scarsi. Senza contare i rischi che si correvano con le meduse: a quei tempi ce n'erano talmente tante che venivano pescate dai motoscafi a secchi"
Una sfida senza premi o riconoscimenti, ma un degno rito di passaggio dall’età adolescenziale a quella adulta. La sfida non è soltanto tra i due personaggi, ma anche dell’autore. Claudia Muscolino, infatti, si è cimentata per la prima volta nella scrittura in prima persona di un personaggio maschile, ha dovuto scrivere tenendo sempre bene a mente che si riferiva a un ragazzo prima, e a un uomo dopo. ma ha sicuramente vinto la sfida perché il risultato è un romanzo che tiene il lettore inchiodato alla lettura dalla prima all’ultima pagina.
Quell’estate, i due amici non arriveranno nel posto di vacanza nello stesso momento, uno arriverà molto più tardi. Questo scostamento sarà una sorta di punto di rottura che porterà le vite dei due ragazzi in direzioni molto diverse. Il protagonista – a cui l’autrice non dà un nome – si rivelerà un outsider, la solitudine esistenziale lo accompagnerà per tutta la vita. La trama si complica, sopraggiungeranno altre situazioni particolarmente drammatiche, ma l’approccio del protagonista sarà sempre coerente nella sua non scelta, un approccio che lo terrà sempre ai margini, in una posizione di superiorità o di estraneità rispetto al resto del mondo. Dovrà tornare in Sicilia, nel paese di origine della nonna paterna, in una Sicilia arcaica, pervasa di superstizioni e comportamenti tradizionali. Si rafforzerà l’estraneità del protagonista che davvero si sente un po’ come lo straniero di Camus e sarà investito di una responsabilità troppo grande per la sua età, partecipare a una processione, una sorta di rito magico per tentare di salvare il padre malato di tumore che ha perso la voce. Un padre autoritario, che ha usato la parola per comandare e schiacciare il figlio nella sua sfera di potere, adesso che l’ha persa tocca proprio al figlio cercare di far recuperare al padre questo importante strumento di potere.
"Mamma, voglio tornare a casa!"
"Lo sai che ti abbiamo mandato lì perché papà guarisca con l'aiuto di Sant'Alfio. Lo sai." .... "Era evidente che per i miei dovevo rimanere lì, a fare tutto quello che mi veniva detto senza obiezioni. Erano tutti convinti che la guarigione di mio padre passasse attraverso me o, per meglio dire, da come mi si sarei comportato. se non avessi fatto il bravo ragazzo obbediente, lui avrebbe incontrato la morte. Con tutta probabilità, il finale sarebbe stato quello in ogni caso, ma decisi che nessuno avrebbe dovuto darmi la colpa. Giurai a me stesso che avrei fatto tutto senza fiatare e, al mio rientro, non avrei più considerato i miei genitori come tali. Il debito di riconoscenza per avermi messo al mondo, vero o presunto che fosse, si sarebbe estinto e io non avrei avuto più niente da spartire con loro. Era finito il tempo in cui credevo all'angelo custode.
In quasi tutte le pagine del libro, c’è una sapiente miscela tra il senso di straniamento del protagonista che lo accompagnerà per tutta la vita, e la nostalgia degli anni ‘’80 vissuti a Firenze, i pomeriggi fumosi al cinema Universale, gli incontri in piazza d’Azeglio o in Borgo Pinti, la facoltà di scienze politiche, la musica dei Pink Floyd, elementi nostalgici che permangono durante tutta la narrazione, servono a evocare perfettamente quell’atmosfera contrapposta allo sradicamento del protagonista. La genesi di questo romanzo è particolare: l’autrice è voluta andare in vacanza ai Giardini di Naxos in Sicilia, il paese dove è nata la nonna paterna. Ma Claudia Muscolino non ha mai conosciuto sua nonna, quando lei è nata la nonna era già morta; nonostante ciò, questi piccoli brandelli di vita raccontati dal padre, l’hanno ispirata e sapientemente guidata per tutta la narrazione, a riprova del fatto che davvero siamo quello da cui proveniamo. Fine ascoltatrice di storie e attenta osservatrice dei comportamenti altrui, come dovrebbe esserlo ogni vero scrittore, ha assemblato questa storia partendo sia dalle storie del luogo, quelle relative ai ragazzi che si tuffano per sfida, ascoltate in Sicilia, sia da quelle del padre che ha raccontato alcuni episodi della vita della madre, la nonna dell’autrice. Questa capacità di ascoltare e assimilare è elemento caratteristico dello scrittore di razza buona, che non scade nell'autobiografismo narcisistico, ma fa germogliare piccoli semi della sua vita, alimentandoli con la fantasia e la cifra stilistica, trasformandoli in rigogliose piante letterarie di pregevole fattura e piacevole lettura.
Il passaggio temporale, il punto di svolta della vita del protagonista è rappresentato dalla processione al Santo Patrono, nel disperato tentativo di aggrapparsi al trascendente per salvare la vita del padre. Ma il padre morirà, la vita prenderà altre strade, altri protagonisti, altri vissuti, in una trama che non teme l’intreccio con continui flashback e l’inserimento di nuovi personaggi. Per questo il lettore sente il forte bisogno di continuare la lettura. Le vicende umane vissute dal protagonista, spesso drammatiche, lo hanno spinto a indossare una corazza, una psicologica difesa fatta di scelte sbagliate o ritenute tali, come quella di sposare una donna che non ama, quella di mettere su famiglia, anche se poi il legame d’amore con il figlio sarà la cosa più bella della sua vita. Il protagonista sente di fare lo stesso percorso di vita che ha fatto suo nonno e suo padre, anche se ha sempre disprezzato quel tipo di scelte stereotipate. È in questa contraddizione tra desideri e bisogni che nasce una grande tensione narrativa che rende ancora più appassionante la lettura. Ma il protagonista, che ormai è un uomo, sarà continuamente sconvolto dai ricordi di quella estate in Sicilia, soprattutto per un orribile fatto di cronaca nera che ha rimosso, ma che riemergerà, sconvolgendogli l’esistenza.
"Dopo che i miei genitori mi ebbero lasciato solo con lei, mi offri un tè che preparò con un bollitore elettrico. Mi parlò del suo lavoro, di cosa sapeva della mia storia e mi spiegò che avrebbe cercato di aiutarmi con l'ipnosi. Questo accese in me una scintilla di curiosità: per me gli ipnotizzatori non erano medici, ma illusionisti, roba da spettacolo. Fui assolutamente sorpreso dal fatto che i miei avessero preso la decisione di farmi sperimentare un percorso così insolito. Non ho mai saputo chi li avesse consigliati. Comunque, la dottoressa fece di tutto per farmi sentire a mio agio e cominciammo le sedute. A ripensarci, fu davvero brava: per il resto della mia vita, almeno fino al giorno in cui non ritrovai gli articoli di giornale conservati in quella piccola cassaforte, riuscì a salvarmi da me stesso e dai ricordi di quella estate. Anche se non del tutto."
Raffinata scrittrice di poesie, romanzi e raccolte di racconti, Claudia Muscolino è nata a Firenze nel 1964, città dove vive e scrive. Ha esordito con la silloge poetica Il Drago e le nuvole (2012). Il suo primo racconto, Sciopero! è stato pubblicato nell'antologia Tagli 33 scritture, curata da Marco Vichi per Felici editore nel 2014. Nel 2016 fa il suo esordio in narrativa con un'opera autonoma A casa per Natale e racconti per tutto l'anno a cui seguirà, nel 2017, la seconda raccolta poetica Carichi dispersi. L'anno successivo pubblica il suo primo romanzo Viaggi irregolari.
Il figlio dell'estate è il suo secondo romanzo ed è vincitore del concorso letterario “QULTURE TI PUBBLICA @ UNA GHIRLANDA DI LIBRI”